Modena Play 2018 – day one
Ciao a tutti, Sthrones e MorboLudici e chissà cos’altro 😉
Modena Play è terminata e allora come ultima fatica provo a raccontare la mia esperienza.
Partiamo dal day one, anzi day zero, visto che per i fortunati partecipanti al Play Trade i cancelli si sono aperti alle 9 invece che alle 14. Play Trade è un’iniziata B2B (business to business) che ha lo scopo di mettere in contatto editori, autori, espositori, negozianti, associazioni, distributori, disegnatori, blogger, opinionisti… insomma tutti quelli che gravitano intorno al mondo del gioco aggiungendo altri componenti all’esperienza puramente ludica.Per me l’iniziativa Play Trade ha il merito di porre l’accento come la crescita di titoli e volumi del mondo dei giochi non sia ancora stata pienamente accompagnata da un’evoluzione dei canali comunicativi. Cosa voglio dire? Chi produce giochi ha sempre più bisogno di creare una rete di relazioni con gli appassionati, coloro che dedicano tempo a questa passione e hanno una visione di insieme che spesso influenza giocatori meno assidui. Ogni associazione, gruppo Facebook, tavolata di amici ha sempre un paio di persone maggiormente attive che provano le novità, le selezionano e propongono agli altri. Le modalità con cui queste persone scoprono nuovi giochi sono molto variegate (fiere, casualità, recensioni su canali youtube/podcast/blog). Ecco, aldilà dei contenuti discussi nei vari interventi, Play Trade è un modo per creare nuovi contatti e rafforzare quelli esistenti, facendolo dal vivo che è un modo più immediato e forte di quando invece si è filtrati da uno schermo (in fondo siamo giocatori da tavolo e non videogamers).
E poi volete mettere il fascino di entrare in fiera quando gli stand si stanno ancora formando, i dimostratori iniziano i setup e ripassano le ultime regole, i tavoli completamente vuoti prima dell’assalto dei barbar… ehm appassionati giocatori.
E proprio bighellonando tra gli stand, che mi sono ritrovato da MS Edizioni a far da dimostratore di InBetween a chi poi avrebbe trascorso i giorni successivi a spiegarlo, avevo avuto modo di provarlo a Cartoomics (qui il resoconto del cartoomics!) e confermo le buone impressioni iniziali. In cambio dei miei servigi di dimostratore (solo trattative riservate) ho potuto provare Pocket Mars, un gioco di carte di breve durata a tema colonizzazione su Marte (filler da 20-30’). Il gioco ha un paio di meccaniche originali e una bassa interazione tra i giocatori, personalmente l’ho trovato poco scorrevole e ritengo vi siano filler più piacevoli.
E allora… che la fiera abbia inizio!
Ritrovo GoS alla fila dell’outlet di Giochi Uniti, al grido di “Se c’è tutta questa gente in fila dentro ci saranno giochi bellissimi super scontati …”
C’è chi per ingannare l’attesa approfitta della prossimità dello stand Ghenos e inaugura la giornata con l’acquisto di Charterstone (con Recharge pack). E qui un piccolo flashback, avendolo giocato con i Morboludici (Andrea, Matteo e Luca) e vinto (anzi stravinto con onesti 1.000 punti finali) la mia opinione su Charterstone è che sia un buon german di medio peso e lo consiglio a chi non è già appassionato del genere (non ha sicuramente il livello di complessità di titoli più strutturati come Terra Mystica, Terraforming Mars, Scythe, Gaia Project, Wendake, Heaven & Ale, …) ma non l’ho trovato un buon legacy nel senso che è troppo limitata l’evoluzione del gioco da una partita all’altra (molto inferiore a Pandemic Legacy season 1 <3). Provatelo, ma per il recharge pack aspettate tanto non scappa 😉
Dopo un’interminabile fila e un paio di telefonate di lavoro, i nostri eroi riescono a varcare la soglia dell’outlet Giochi Uniti, dove li attendono il cimitero delle vecchie edizioni dei Living Card Game (su tutti scatole e scatole de Il Trono di Spade season 1 e di Android: Netrunner), terribili insidie (Banana Macho) e grassi tesori (Alle Porte di Loyang e Carolus Magnus, un gioco il cui voto su bgg è superiore al prezzo d’acquisto…). Lungo il percorso si inciampa per soli 7 euro anche su Isis & Osiris, creato da Michael Schacht (le cui meccaniche ricordano Kingdoms del matematico Reiner Knizia), il gioco è un astratto 1vs1 (giocabile anche in 4 ma temo sia preferibile limitarsi a 2) che combina elementi di memoria ad aspetti di strategia con un pizzico di alea. Penalizzato dall’ambientazione totalmente ininfluente e dalla pessima grafica, è un vecchio gioco che merita una partita.
Tralasciamo gli acquisiti (per ora)
Ci dedichiamo a qualche esperienza di gioco, allo stand della dV Giochi ho potuto provare Near and Far, l’atteso seguito di Above and Below. Un euro game che integra al suo interno le meccaniche tipiche dei librigame. Al termine della spiegazione del gioco, che è stata chiara ed esaustiva ma al tempo stesso lunga, avevo il timore di trovarmi davanti ad un gioco estremamente contorto e complicato (nonostante conoscessi bene il precedente titolo) invece dopo appena due giri di tavolo (estremamente rapidi visto che le azioni sono molto basilari) il gioco è risultato immediatamente chiaro e comprensibile (merito anche di un’ottimo utilizzo dei simboli sulla plancia di gioco). Ho giocato solo alcuni turni (come è giusto fare in una fiera dall’affluenza così alta, in modo da consentire al maggior numero di persone di avere un’anteprima del gioco) e devo dire che è un’evoluzione del precedente titolo, sembra più bilanciato anche se questo bilanciamento forse è stato ottenuto riducendo lo spazio dell’esplorazione (ovvero del librogame), mentre la gestione dei compagni di viaggio e dell’avvio dell’esplorazione è migliore della precedente (non ci sono più i letti e le ferite) così come è stata inserita con la città la possibilità di interazione tra i giocatori (aspetto decisamente assente prima). Mi ha colpito l’idea di realizzare la plancia da gioco attraverso un quaderno ad anelli in modo da poter cambiare ambientazione semplicemente girando pagina. Aggiungo che la DV giochi aveva un ampio numero di tavoli dedicati a Near and Far (credo otto) e dava la possibilità di acquistare il gioco in anteprima (spero che il prezzo di distribuzione tra un paio di mesi sia leggermente più basso, ma trovo coerente che alla possibilità di avere il gioco prima che sia disponibile sul mercato corrisponda un maggior costo). Il gioco mi ha incuriosito e credo che la presenza dell’esplorazione possa mitigare la componente puramente competitiva che contraddistingue gli euro game, intendo dire che la voglia di assecondare la curiosità dell’esploratore è tale da non pensare solo alla miglior mossa in termini di punti vittoria ma ho il dubbio che la strategia vincente sia evitare l’esplorazione, per questo e anche per la buona sensazione che mi hanno dato i giri iniziali mi auguro presto di farci una partita completa.
E dopo la pausa ludica, torniamo a quello che conta.. le super offerte Asmodee!
Per chi non lo sapesse (e mi domando come sia possibile), Asmodee svendeva Russian Railroad, forse l’euro game-german per antonomasia, zero alea tantissima strategia/pianificazione iniziale e anche molta tattica nel saper leggere le mosse avversarie e anticiparle. Ma non era l’unico titolo in svendita, c’erano anche Black Fleet (di cui non so niente) e Tragedy Looper! Si tratta di un gioco molto particolare, direi unico per meccaniche. è un uno contro tutti dove un gruppo di eroi affronta una mente malvagia, fin qui niente di nuovo. Il gioco si svolge su un numero definito di cicli (identici tra di loro) in cui gli eroi per vincere devono riuscire a bloccare i piani della mente malvagia almeno una volta. Su un tabellone estremamente semplificato si muovono una serie di personaggi tratti dalla più classica delle città manga, ogni ciclo si struttura in un numero definito di giorni e durante ogni giorno eroi e mente malvagia spendono azioni per spostare i personaggi all’interno di quattro luoghi della città, alterandone umore e livello di paranoia. La mente malvagia conosce tutto mentre gli eroi conoscono solo le possibili trame esistenti nel gioco e i rispettivi ruoli che ogni trama richiede per essere compiuta. Giorno dopo giorno, assistendo agli eventi che accadono (sempre abbastanza brutali: omicidi, complotti, …), gli eroi devono capire quale è il piano della mente diabolica, il ruolo che ogni cittadino riveste in questo piano e bloccarlo. Non è un gioco che consiglierei a tutti e non sono neanche sicuro che sia un gioco riuscito, ma se avete una forte curiosità nel conoscere e sperimentare nuove meccaniche di gioco allora vi consiglio di provarlo.
Saziata la fame di acquisti, si torna al tavolo da gioco. Questa volta da Dal Tenda per provare il nuovo Santa Maria. Euro game di peso medio, tema conquistadores del nuovo continente (ma come spesso accade mi è sembrata “appiccicata” sopra al gioco senza integrazione con le meccaniche), si tratta di un gestionale risorse e dadi con piazzamento tessere. Il gioco si svolge su tre turni (in questo modo la durata rimane inferiore a 90 minuti) in cui i giocatori devono raccogliere punti su diversi tracciati. Giustamente in fiera era possibile fare un solo turno di prova, poi qualche giorno dopo a Morbo Ludens (se non lo sai ancora ecco come raggiungere la nostra sede) sono riuscito a fare una partita intera. L’ho trovato molto largo, ovvero mi sono sempre trovato a poter scegliere quale azione voler fare tra quelle possibili (in quanto ci sono molte opzioni, i costi di attivazione sono spesso bassi o assenti e alcune risorse possono essere sempre convertite in soldi o acquistate attraverso soldi, insomma agli antipodi di Marco Polo), e mi è sembrato caratterizzato da una bassa interazione (ci sono giusto un paio di mercati tessere, spedizioni navali e bonus dei monaci in cui ci si può ridurre le scelte degli altri giocatori). In sostanza il gioco è ben fatto e sicuramente riuscito rispetto agli obiettivi che si poneva (tempi contenuti, bassa interazione, non punitivo se si sbagliano un paio di mosse), non brilla per innovazione e non incontra il mio gusto di giocatore (ma ognuno ha il suo). E infatti i GoS “romani” sembrano più entusiasti e l’hanno già intavolato più volte. I materiali sono buoni e il prezzo è adeguato, certo che sulla veste grafica si poteva fare di più (l’impatto visivo non invoglia particolarmente a sedersi al tavolo).
E così termina la prima giornata di duro lavoro e il premio non può essere altro che tigelle a volontà!
Ma è proprio quando la strada sempre in discesa che arriva l’ostacolo peggiore… il parcheggio è tutto pieno e l’unico posto disponibile è quello riservato al take away e qui si scatena un terribile conflitto tra l’animo nordico ligio alle regole e lo spirito romano (sobillato dal diabolico Kikko con la voce alterata dall’elio…), la lotta è intensa e e alla fine di un piccolo dramma interiore cedo al lato oscuro occupando il posto riservato ai clienti take away… il senso di colpa di questo gesto non mi abbandonerà mai… o forse l’ho dimenticato alla prima tigella? 😉
Il racconto continua a questi articoli:
Commento (2)
Modena Play 2018 - day two - Morbo Ludens| Giugno 1, 2018
[…] non hai leto il day one: ecco il link. Pronti via e falsa partenza per chi, come me, dimentica di mettere la sveglia. E chissà che […]
Modena Play Day Three - Morbo Ludens| Giugno 1, 2018
[…] Qui il resoconto del day one […]